Settembre 1940 – Operazioni nel Nord Africa – Il Fante Italiano in Cirenaica

Septiembre 1940 – operaciones en el norte de Africa – El soldado italiano en cirenaica

Il 14 di settembre dopo le insistenze del Duce il Maresciallo Graziani avvia le operazioni italiane nel nord Africa contro gli inglesi avanzando in territorio egiziano prendendo Sollum e Sidi el Barrani.

El 14 de septiembre, ante la insistencia del Duce, Maresciallo Graziani inició las operaciones italianas en el norte de África contra los británicos avanzando en territorio egipcio tomando Sollum y Sidi el Barrani.

Il 22 di giugno 1940 la Francia firmava l’armistizio con la Germania e con l’Italia, sul fronte greco-albanese la situazione viveva un momento di stallo. Il 28 giugno moriva a causa di fuoco amico Italo Balbo governatore della Libia, ucciso in volo mentre sorvolava con il suo Savoia Marchetti il confine libico-egiziano. Con la morte di Balbo il comando supremo delle truppe del Regio Esercito venne affidato al Maresciallo Graziani.

Sin dal primo momento Italo Balbo, aveva avvertito Roma della impossibilità di un attacco in profondità in territorio egiziano. Le pressioni del Duce si erano fatte sempre più insistenti e dopo la firma dell’armistizio con la Francia, il Maresciallo Graziani fu messo alle strette. Alla fine dopo vari rinvii l’attacco alle truppe inglesi era stato previsto per il 14 di settembre.

All’inizio delle ostilità il comando superiore dell’Africa settentrionale era affidato al Governatore generale maresciallo dell’aria Italo Balbo. Il Comando Supremo in Libia possedeva due armate: la 5ª Armata, comandata dal generale Italo Gariboldi, al confine con la Tunisia e composta da 8 divisioni, 500 pezzi d’artiglieria di medio calibro, 2 200 autocarri e 90 carri leggeri da 3 tonnellate; al confine egiziano c’era invece la 10ª Armata del generale Mario Berti, con 9 divisioni con 13 000 uomini ciascuna, 3 divisioni di Camicie nere con 8 000 uomini ciascuna, 1 600 pezzi d’artiglieria, 1 000 autocarri e 184 carri leggeri.

Le divisioni della 10ª Armata del generale Berti erano divise nei Corpi XX, XXI, XXII, XXIII e nel Corpo delle nuove divisioni libiche. Queste divisioni erano unità standard di fanteria, camicie nere o divisioni coloniali libiche. Il Corpo libico, il XXIII Corpo e il XXI Corpo vennero impiegati nell’invasione. I Corpi libici era composto da due divisioni di fanteria libiche e dal Raggruppamento «Maletti» un’unità ad hoc composta da sei battaglioni motorizzati libici, agli ordini del generale Pietro Maletti. Il Raggruppamento «Maletti» incorporava molti dei corazzati italiani disponibili e quasi tutti i carri medi Fiat M11/39. Proprio Maletti avanzò con l’esercito mentre il Comandante Supremo Rodolfo Graziani rimase nel quartier generale a Tobruch.

«L’invasione della Gran Bretagna è decisa, è in corso di ultimazione ed avverrà. Circa l’epoca può essere tra una settimana o tra un mese. Ebbene il giorno in cui il primo plotone di soldati germanici toccherà il suolo inglese, voi simultaneamente attaccherete. Ancora una volta vi ripeto che non vi fisso obiettivi territoriali, non si tratta di puntare su Alessandria e neppure su Sollum. Vi chiedo soltanto di attaccare le forze inglesi che avete di fronte. Mi assumo la piena responsabilità personale di questa mia decisione»
(Mussolini a Graziani, 18 agosto 1940)

L’avanzata italiana avvenne in più fasi, a partire dal 9 di settembre il XXIII Corpo d’Armata del generale Bergonzoli guida l’attacco della 10ª Armata in Egitto, diretto a Sidi Barrani lungo la strada costiera con formazioni motorizzate e non. Il corpo d’armata aveva ricevuto autocarri sufficienti per motorizzare parzialmente tre divisioni mentre una sola fu motorizzata completamente. Il 13 settembre, la 1ª Divisione CC.NN. «23 marzo» riprese Forte Capuzzo e un bombardamento colpì Musaid, appena oltre il confine egiziano, che poi venne occupato.

La 10ª Armata era avanzata di circa 20 km in un giorno, in modo da permettere alle unità non motorizzate di seguire la manovra, e una volta Sidi Barrani cominciò a costruire una catena di fortificazioni. Nessun attacco meccanizzato coraggioso o manovra di affiancamento fu tentata dalle unità corazzate, le migliori nel XXIII Corpo d’Armata, che furono usate invece come scorta della marcia sulla costa. Durante l’avanzata, l’armata italiana subì meno di 550 vittime.

In questo breve articolo prenderemo in considerazione l’uniforme e l’equipaggiamento del fante italiano in Cirenaica.

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